Cos’è l’illustrazione? Dal tradizionale al digitale, un viaggio lungo 30 mila anni

Pubblicata il 20/04/2022
Non è facile descrivere in poche parole cos’è l’illustrazione e guardandoti intorno potresti non renderti conto di quanto sia integrata nel nostro mondo. È invisibile ma allo stesso tempo indispensabile e influenza la nostra cultura visiva.
Dalle copertine dei libri ai personaggi di un videogioco, l’illustrazione ha scopi diversi a seconda del contesto in cui viene utilizzata. 

Se presti attenzione a quello che ti circonda, ti stupirà scoprire che l’illustrazione può essere usata in modo efficace in tutti gli ambiti della comunicazione visiva.

Thomas Cipolletta - illustrazione
Thomas Cipolletta - Illustrazione
 

Cosa significa esattamente la parola illustrazione?

 
In senso letterale l’illustrazione è un disegno o una fotografia stampata inserita in un volume o in un periodico a corredo del testo (fonte treccani) ma è curioso vedere anche come la parola illustrare sia definita come illuminare o rendere chiaro

Questo ci porta a dire che poeticamente l’illustrazione è un’immagine che fa risplendere i testi, praticamente che accompagna i testi non solo per spiegare meglio il significato e renderlo più comprensibile, ma soprattutto per aiutare l’immaginazione e dare forma alle parole

In generale un’illustrazione è un disegno che comunica qualcosa, e come tutte le arti visive è una disciplina che ha delle regole da rispettare affinché sia ben fatta e comprensibile a tutti.
Spesso però un’illustrazione può spiegare un’idea anche senza un testo accanto e le persone guardandola dovrebbero leggerla esattamente come leggerebbero il testo. 

Ora che hai un quadro piuttosto chiaro di cos’è l’illustrazione scopriamo quando tutto ha avuto inizio e quali sono le sue applicazioni più moderne.
 

Storia dell’illustrazione: dalle origini a oggi


La storia dell’illustrazione è indissolubilmente legata alla storia dell’uomo. Questo perché, come accadde per il graphic design, l’evoluzione della tecnologia, nonché quella della civiltà stessa, ha creato nuovi stimoli per gli illustratori.

Come abbiamo detto prima, l’illustrazione ha il compito di trasmettere messaggi, sia con che senza testo. E questo vale da sempre. Basti pensare che le prime forme di espressioni visive risalgono a circa 30 mila anni fa, quando nelle grotte gli artisti nomadi e cacciatori illustrarono animali del loro mondo e le interazioni dell’uomo con essi. Che abbiano avuto uno scopo sciamanico o magico questo non lo sappiamo, ma sicuramente è stato anche grazie a queste rappresentazioni della realtà che siamo venuti a conoscenza della loro esistenza.

In tutto il mondo, dal Nord al Sud America, all’Europa, alla Mongolia, Indonesia e Australia, i popoli hanno lasciato traccia del loro passaggio attraverso queste illustrazioni sulle pareti delle caverne. Possiamo quindi presumere che l’illustrazione nasce con l’homo sapiens.

arte rupestre - grotte di chauvet
Arte rupestre - Grotte di Chauvet


L’illustrazione nell’antico Egitto

 
Ci trasferiamo in Egitto nel 3000 a.C dove troviamo artigiani e scribi intenti a ritrarre eventi e affari della vita reale. Le illustrazioni rappresentavano perlopiù re che conducevano affari di stato, cacciavano e pescavano e venivano onorati con doni, e le regine seguite dalla servitù.

Uno dei primi libri illustrati, anche se è più corretto chiamarli papiri, è il libro dei morti. Questo veniva realizzato dagli artigiani, a pagamento, per tradurre in testi e immagini la vita del committente e creare così un documento necessario per passare nell’aldilà.
L’arte in questo senso rifletteva la vita terrena e l’aldilà attraverso il simbolismo e la composizione delle immagini con il testo ci fornisce un quadro per la comprensione della cultura in generale. Senza illustrazione, la nostra conoscenza del mondo antico sarebbe quindi incompleta e scarsa.

libro dei morti egizio
Libro dei morti egizio


L’illustrazione tra greci e antichi romani


Rimaniamo intorno al Mediterraneo e notiamo come le società preistoriche sedentarie stanno iniziando a diventare villaggi per poi trasformarsi in piccole città. Con il mare a fare da collante tra le varie civiltà, l’arte iniziò a mescolarsi e a diffondersi tra gli artigiani.
Illustrazioni di feste, eventi storici, scene funebri e competizioni sportive sono state dipinte su vasi cerimoniali greci. Forse una delle più celebri è la raffigurazione di Achille e Aiace, i due più grandi guerrieri greci, che giocano a scacchi durante una pausa di un assedio. 

Per quanto raccontino credenze, rituali e vita quotidiana non erano considerate una delle principali forme d’arte nei loro tempi. Anche se ora rimane ben poco di quell’epoca, le maggiori rappresentazioni pittoriche le troviamo nelle case dei romani più ricchi, dove le pareti, i soffitti e i pavimenti con mosaici dipinti mostravano la vita familiare, ritratti e scene della letteratura.

I romani furono i primi a creare libri rilegati per conservare e tramandare letteratura, poesia, mitologia, scienza e medicina. Uno dei più antichi manoscritti illustrati è il Virgilio Vaticano, di cui si sono conservati 76 fogli con 50 illustrazioni, che risale all’anno 400 e contiene frammenti dell’Eneide e delle Georgiche di Virgilio.

virgilio vaticano libro illustrato
Virgilio Vaticano

L’illustrazione nel medioevo

 
Come puoi immaginare l’analfabetismo della popolazione era tale che la cultura e l’arte erano pressoché inesistenti, fatta eccezione per ciò che riguardava la Chiesa e la fede cristiana. Erano infatti i monasteri a mantenere viva la cultura e la tradizione letteraria e artistica attraverso la scrittura, la miniatura di manoscritti e la pittura su tavola. 
Tra i testi sopravvissuti di quel periodo ritroviamo il meraviglioso esempio d’arte e di artigianato che è il Libro di Kells

Ci catapultiamo nel Medioevo quando, grazie a Carlo Magno, sebbene incapace di scrivere e di leggere da solo, monaci scribi e artigiani vennero importati dall’Impero Romano d’Oriente e iniziarono a creare dei libri. Questa nuova arte venne infatti chiamata “carolingia" e crebbe così tanto rapidamente che gli artigiani che la praticavano aprirono dei veri e propri laboratori per rispondere ai tanti incarichi della Chiesa, del governo e della popolazione più ricca. 

Mecenati di spicco e ricchi commissionarono libri illustrati splendidamente rilegati come beni personali di lusso
. Ti basta pensare che il valore di un libro del genere in quei tempi corrispondeva a quello di una fattoria o di un vigneto a causa non solo del costo dei materiali per realizzarlo ma soprattutto del salario degli artisti.

libro di kells
Libro di Kells
 

L’illustrazione nel Rinascimento
 

Finalmente con il periodo rinascimentale l’illustrazione esplose. Grazie all’invenzione della stampa di Gutenberg, letteratura, arte e libri stampati potevano essere prodotti e distribuiti in serie e raggiungere quindi un pubblico più vasto.

Con i grandi artisti come Michelangelo iniziarono ad essere distinte le "belle arti" dall’artigianato e mentre loro dipingevano cappelle e realizzavano grandi opere per i mecenati, Aldo Manuzio pubblicava l’Inferno di Dante a cui poi vennero aggiunte le illustrazioni.
 
aldo manuzio inferno
Aldo Manuzio - Inferno di Dante

L’illustrazione con la Rivoluzione Industriale
 

Con la Rivoluzione Industriale e il trasferimento della popolazione dalla campagna alla città in cerca di una vita migliore e istruzione per i più piccoli ebbe come conseguenza una maggiore alfabetizzazione che aumentò la domanda di libri, riviste e giornali.
L’illustrazione diventa sempre più comune nella quotidianità, tanto che iniziò a diffondersi l’editoria per bambini con la realizzazione di opuscoli prodotti a buon mercato e venduti per le strade dell’Inghilterra, chiamati "chap book" (nome che deriva da "chap man", i venditori ambulanti di vari prodotti e medicinali). 
Il primo libro per bambini a utilizzare illustrazioni narrative sequenziali fu il famoso Little Goody Two-Shoes.

little goody two shoes
Libro Illustrato - Little Goody Two-Shoes

Da freelancer a parte del personale di tipografie e uffici di giornali, gli illustratori dell’Ottocento si occuparono perlopiù di poster, giornali e stampe satiriche. Ma fu proprio in questo periodo che grandi scrittori come Shakespeare e Edgar Allan Poe si affiancarono a illustratori per creare immagini emozionanti e personaggi memorabili.
Uno dei più famosi di quel tempo fu Gustave Dorè, che da caricaturista ventiduenne diventò un grandissimo illustratore di libri del suo tempo e condusse una vita ricca dal suo atelier con tanto di assistenti incisori.

Con l’avanzamento della tecnologia di stampa e l’espansione delle comunicazioni attraverso la rete ferroviaria e il servizio postale, crebbe la produzione e la distribuzione di prodotti stampati.

Fu proprio in questo periodo che le riviste trovarono un mercato fertile e c’erano quasi più opportunità di lavoro di quanti fossero gli artisti per soddisfarle.
L’illustrazione era vista come una necessità
e il numero limitato di ottimi illustratori disponibili ha portato un aumento di budget per l’arte e maggior riconoscimento per gli artisti, tanto da diventare personaggi pubblici famosi quanto attori e sportivi. 
Charles Dana Gibson
ne è un esempio lampante. Fumettista e illustratore diede vita alla rappresentazione iconica della giovane donna americana dell’inizio secolo, che passò alla storia come "The Gibson Girl". Nel 1904 firmò un contratto con Collier’s Weekly per 100 illustrazioni da mille dollari ciascuna. 

charles dana gibson - girl
Charles Dana Gibson - The Gibson Girl

Nel frattempo, in Inghilterra, il mercato di libri per bambini cresceva enormemente e illustratori come Beatrix Potter e Arthur Rackham pubblicavano libri che ancora oggi vengono venduti ogni anno.
 

L’illustrazione nel dopoguerra
 

La fine della prima guerra mondiale portò profondi cambiamenti all’interno della società: l’istruzione universitaria divenne più comune, le libertà che ora erano possibili per i giovani americani li separarono completamente dai loro genitori, dal loro modo di vestirsi, di ascoltare musica e di ballare. In questo la pubblicità e l’editoria fecero dei ventenni il fulcro della cultura americana di quell’epoca tanto che le agenzie pubblicitarie iniziarono ad assumere un ruolo importante nello stabilire le tendenze culturali. 

Protagonisti indiscussi di questo periodo furono Rose O’Neill, diventata milionaria alla fine degli anni ‘20 con le sue bambole Kewpie, e Norman Rockwell, illustratore di copertine del Saturday Evening Post. Rockwell raggiunse la fama con personaggi americani ritratti in momenti di vita ordinaria in cui gli spettatori potessero riconoscersi e con cui relazionarsi.

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Norman Rockwell

La crisi del 1929 e la depressione economica che ne seguì colpì profondamente il mercato dell’editoria. Tuttavia le riviste illustrate non erano più l’unica forma di intrattenimento americana. L’industria cinematografica, cresciuta notevolmente, ha trascinato con sé riviste di cinema che avevano illustrazioni di attrici bellissime in copertina.
Sempre in quegli anni l’ambizioso Walt Disney passò dai cortometraggi alla realizzazione di cartoni animati come Biancaneve e Pinocchio e commissionò i disegni preliminari agli illustratori. 

Con la pubblicazione di Il Signore degli Anelli, Tolkien porta la letteratura fantasy a un livello a cui nessuno era mai arrivato prima creando nuovi mondi immaginari da cui trarre ispirazione per illustrazioni di maghi, draghi, cavalieri e principesse, troll, goblin, elfi e fate.
 

L’illustrazione con il boom economico
 

Arriviamo negli anni ‘60, quando il rock&roll, i Beatles e il nuovo modo di vestire presero il posto della generazione precedente influenzando il design delle riviste, la grafica, i poster e senza dubbio l’illustrazione. Da illustratori realistici e pressoché tutti uguali nasce una nuova tendenza nello sviluppare uno stile personale e riconoscibile, dalla stilizzazione all’astrazione. 
Iniziano a fondersi così le professioni di designer e illustratore per riuscire a creare immagini sempre più complesse unendo tipografia, fotografia e illustrazione in modi sempre più audaci.

Nel 1972 Star Wars dà un’ulteriore sterzata all’universo cinematografico unendo fantascienza e fantasy con tecniche di produzione avanzata, modellismo, figure antropomorfe e scene dipinte. Per realizzare questi film intere squadre di illustratori hanno aiutato il regista a visualizzare personaggi e scenografie attraverso i disegni andando a ricoprire ruoli di caratterizzazione dei personaggi e scenografi per cinema, cresciuti fino a diventare quello che oggi conosciamo come l’ambito della concept art.

Nascono di conseguenza giochi da tavolo e giochi di carte fantasy, i videogiochi e, con l’arrivo dei pc, i giochi per computer che ampliarono le opportunità di lavoro degli illustratori, non dovendo più fare affidamento esclusivamente a libri e riviste.

Altra scossa arriva dal mondo discografico con le copertine degli album illustrate. Mati Klarwein in questo ha cambiato il modo di concepire le copertine dei dischi con la sua illustrazione di copertina pieghevole per l’album di Miles Davis. 

mati klarwein miles davis
Copertina del disco "Bitches Brew" di Miles Davis - Illustrata da Mati Klarwein


Sempre negli anni ‘70, il New York Times da una svolta alla professione per portare l’illustrazione nelle sue pagine editoriali. Inizia a commissionare illustrazioni concettuali per arricchire il testo dei suoi articoli usando metafore e allusioni, portando di fatto i lettori a entrare più profondamente nelle questioni politiche e sociali. 

Per tutto questo tempo l’attività dell’illustratore era stata svolta più o meno sempre allo stesso modo e trovare lavoro era piuttosto facile. Ma con la nascita di scuole di illustrazione che ogni anno sfornava nuovi giovani illustratori con portfolio eccellenti, le opportunità iniziano a scarseggiare a tal punto da dover ricorrere ad agenzie con la funzione di "rappresentanti" per poter entrare nelle varie agenzie pubblicitarie e nel mercato editoriale.

 

L’illustrazione dagli anni ‘80 ad oggi
 

A metà degli anni ‘80 arriva il più grande progresso tecnologico dopo l’invenzione della stampa: il computer e con questo la rivoluzione del modo di lavorare degli illustratori. 
Questo cambiamento drastico portò alla scoperta del vantaggio economico nel portare a termine un progetto, ma anche nuove responsabilità. Ai designer era richiesto di saper scansionare e ritoccare opere d’arte, nonché di essere esperti nella corretta stampa dei file. In questo lavoro più produttivo e meno progettuale, hanno scoperto infine che era più facile e veloce non commissionare l’illustrazione ma rivolgersi a degli "stock" creati in anticipo su argomenti generici.

Ciò significava che da una parte si apriva una fonte di reddito per gli illustratori che riuscivano a vendere pezzi già realizzati, ma dall’altra che pian piano ci sarebbe stata sempre meno richiesta per commissioni originali.

Molti degli illustratori si sono dovuti quindi adeguare a questo nuovo modo di intendere l’illustrazione e, se dapprima molti scettici amanti del tradizionale evitavano il problema, alcuni artisti rivoluzionari hanno saputo sfruttare i nuovi mezzi per raggiungere risultati del tutto simili agli effetti tradizionali ma con un controllo maggiore

Rick Brown
Rick Brown - 1987

Infine un altro cambiamento epocale, la rapida crescita di internet ha portato aziende e istituzioni a sviluppare siti web per cui serviva il lavoro dell’illustratore a creare opere digitali. Internet iniziò a servire anche agli illustratori freelance per mostrare i loro portfolio e superare di fatto quello che erano i confini geografici.

L'illustratore è sempre stato influenzato dalle tecnologie del suo tempo e deve adattarsi ai cambiamenti dei media per arrivare agli spettatori. I settori dell'intrattenimento (editoria di libri, riviste e musica, televisione, film, animazione, videogiochi e gioco di ruolo) richiederanno sempre il talento degli illustratori e tutti questi settori si stanno adattando al panorama digitale. I dispositivi mobili come smartphone, tablet ed e-reader sono diventati il ​​mezzo principale con cui le persone comunicano, cercano informazioni e si divertono.
Gli illustratori affrontano la sfida costante di stare al passo con i rapidi progressi tecnologici, adattando i loro metodi di lavoro alle richieste dei media utilizzati per visualizzare e distribuire le immagini che realizzano, comunicano con clienti e agenti, pubblicano portfolio, creano blog e vendono il loro lavoro online, usano i social network per mostrare le proprie realizzazioni ai potenziali clienti.

In quest’era digitale dove si teme che la pagina stampata possa diventare obsoleta, il mercato dell’editoria, specialmente quella per l’infanzia, non è mai stato così florido. Così, mentre l’illustrazione continua ad essere commissionata, gli artisti riescono a vendere le proprie illustrazioni anche attraverso siti web e piattaforme create ad hoc.

zansky expressit swag
Zansky de Zaster via Behance


Non c'è mai stata più diversità nel lavoro o maggiori opportunità per gli illustratori che, seppure dipingono narrazioni poco diverse da quelle raccontate nelle grotte preistoriche, possono realizzare le loro opere ovunque vivano per qualsiasi paese. 

Ma mentre così tanto è cambiato, lo scopo dell'illustrazione è rimasto lo stesso: fornire un'esperienza visiva che comunichi un significato al di là di ciò che le parole da sole possono fare.

Ed è proprio su questo principio che noi di ACCA abbiamo strutturato un percorso formativo professionale triennale, attraverso il quale potrai imparare tutti gli aspetti dell’illustrazione, dalle tecniche tradizionali come le matite, l’acquerello, l’olio e l’acrilico fino alle tecniche digitali per creare un portfolio completo pronto per essere presentato alle migliori case editrici e agenzie pubblicitarie. 


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